Consegnati i Premi Best Practices: “La crisi è l’incapacità di capire il nuovo”

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Gli innovatori li riconosci perché agiscono nel silenzio e percorrono strade meno battute. Il tutto prima degli altri, prima che quella strada o quel comportamento diventi comune. Non conosco la storia del premio Best Practices per l’Innovazione, ma parlando con uno degli ideatori mi sono fatto più o meno questa idea. Innanzitutto perché si tenta di parlare di innovazione applicata al mercato: come mi ha detto fuori onda il presidente del Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria Salerno, Giuseppe De Nicola, un premio non può fermarsi alla cerimonia di consegna. Non è sufficiente parlare e farci i complimenti, è necessario che quella innovazione venga immessa nel mercato perché la “crisi è l’incapacità di capire il nuovo”. Quest’ultima affermazione invece l’ha detta in onda e la trovate nella ventottesima puntata di Start Me Up.

Scrivevo di strade meno battute perché sempre nell’intervista il presidente De Nicola ha sottolineato il ruolo dei social media all’interno della manifestazione. Sin da subito, nove anni fa, gli organizzatori avevano bene in testa di far sapere a tutti quello che succedeva a Salerno e la tecnologia ha sempre avuto un ruolo preponderante. Per questo motivo oggi il canale youtube del premio è pieno zeppo di pitch, premiazioni e momenti delle passate edizioni (in questi giorni verranno resi disponibili anche i video della nona edizione). Diversamente dal solito ho deciso di non intervistare i vincitori (Mary Franzese di Neuron Guard e Silvio Foschi di Helian Spa, a cui vanno i miei complimenti) per ciò che questo premio rappresenta, per i tanti spunti che vengono fuori durante l’intervista, che naturalmente vi invito a ascoltare.

Il secondo ospite del programma è Massimiliano Salfi di vEyes, una piattaforma hardware e software che attraverso un sistema open source permette di migliorare la vita agli ipovedenti. Il progetto è sviluppato all’interno dell’Università di Catania ed è uno dei dieci finalisti del contest Think for Social promosso da Fondazione Vodafone Italia. Una bella opportunità come dice lo stesso Massimiliano nell’intervista perché purtroppo non esistono molte occasioni per finanziare questo genere di ricerche, nonostante le numerose ricadute che un progetto open source può avere in termini scientifici e lavorativi. Inoltre, Massimiliano ci tiene a sottolinea che vEyes è anche frutto del lavoro di tanti studenti che si sono innamorati del progetto e hanno contributo a portarlo avanti attraverso il loro studio e le le loro tesi.

Infine grazie a una gita romana, ho avuto la possibilità di incontrare Benedetto Buratti che, insieme ai suoi soci sta portando avanti Bloomia. Il progetto si inquadra alla perfezione nel cosiddetto iot (internet of things): Bloomia è un dispositivo pensato per le persone che dovendo seguire una cura medica sono costretti a ingerire pillole a orari e quantità stabilite. Il medico quindi trascriverà la cura e sarà poi la macchina a erogare la giusta dose di medicinali nel momento esatto e il paziente non dovrà quindi far altro che assumere il farmaco. Inoltre grazie alla connessione ad internet sia il medico che i parenti possono controllare lo stato di avanzamento della cura. I ragazzi hanno superato la fase di validazione dell’idea, riscontrando un certo interesse da parte di pazienti anziani (ma non solo) e da lunedì scorso hanno iniziato lo sviluppo. Secondo le loro previsioni il primo prodotto sarà pronto entro la fine di quest’anno.

Due parole su Start Me Up:

C’è un sud in movimento e con Start Me Up lo racconto in radio: un appuntamento settimanale che cerca di mettere in risalto i progetti e le storie di chi scommette sulla propria idea e la porta avanti. Ho scelto la radio perché l’ho sempre reputato il mezzo a me più congeniale ed è quello che permette di creare connessioni con più facilità. Sono di Messina, ma non ho mai immaginato un programma incentrato solo sulla mia città. Sin dall’inizio l’intento era quello di raccontare quello che succede da Roma in giù, cercando di fare rete con le altre città del Sud Italia.

Se fino a un anno fa, conducevo il programma in una radio locale messinese, dallo scorso novembre posso contare sul supporto di Spreaker e Keedra, che mi danno una mano a essere presente con un podcast on-line ogni settimana.

La foto di copertina, via

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