Il New York Times investe nell’iTunes del giornalismo

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Il New York Times è tra quelle testate editoriali che hanno saputo interpretare il nuovo contesto mediatico e rivoluzionare la propria strategia con nuove forme di business e revenue.

Il Times ha un interessante portafoglio di investimenti, che comprende l’agenzia di digital advertising appssavvy, la piattaforma Enigma e quella di programmatic video advertising Vidible.

Il quotidiano statunitense non si ferma qui e ha recentemente investito, insieme a Axel Springer Digital Ventures, tre milioni di dollari nella media stratup olandese Blendle. Definito un “iTunes per il giornalismo”, Blendle è un aggregatore di contenuti che si fonda sul presupposto che le persone sono disposte a pagare per il giornalismo di qualità, ma che non vogliono accontentarsi dell’abbonamento ad una testata.

Il New York Times investe nell’iTunes del giornalismo

Così la startup ha sviluppato un pagamento unico, attraverso cui gli utenti possono accedere agli articoli letti da amici e fonti attendibili (suggeriti dall’app secondo un meccanismo di content curation) e pagare un importo per quell’unico contenuto.

Un nuovo modo per la nuova generazione per scoprire e leggere i migliori articoli di giornali e riviste con una user experience moderna.

L’azienda prevede di utilizzare il ricco finanziamento per ampliare Blendle oltre l’Olanda, dove è stata fondata dagli ex giornalisti Klöpping e Marten Blankesteijn e dove ha raggiunto già 130.000 utenti.

Il co-founder Alexander Klöpping spiega: “Blendle è il primo motore di ricerca a pagamento per giornali e riviste. Cosa succede se tutti i principali editori in un paese si uniscono, portando tutti gli articoli scritti in un singolo paese su un’unica piattaforma e rendendoli facilmente disponibili in una singola applicazione, e tutti pagabili da un unico portafoglio? Ecco Blendle.”

Il modello di business pay-per-read è semplice: le persone pagano una piccola quota solo per gli articoli che leggono. I prezzi sono fissati dall’editore (in media un articolo costa $ 0.25) e il 70% del guadagno va all’editore, il 30% a Blendle.

Gli old media stanno da tempo cercando di trovare un modello che fornisca una revenue per il giornalismo che vada oltre la raccolta pubblicitaria. Questo obiettivo è sempre più difficile da raggiungere: dato che la rete mette a disposizione una miriade di contenuti gratuiti perché pagare, tanto, per un abbonamento al The New York Times?

Convincere la gente a pagare per il giornalismo, seppur di qualità, è difficile, ma non impossibile. Il Times e il Financial Times sono i due esempi positivi: entrambi sono riusciti a costruire dei modelli  di abbonamento online di successo.

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