La Polizia del Belgio contro le reazioni di Facebook

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Anche se in molti continuiamo a usare soprattutto il tradizionale mi piace, su Facebook da un pezzo c’è la possibilità di reagire ai contenuti in altri cinque modi: Love (cuore), Ahah (faccia che ride), Wow (faccia sgomenta, anche se sembra preoccupata), Sigh (faccia che piange), Grrr (faccia arrabbiata).

Su queste reazioni di recente si è occupata perfino la polizia del Belgio, mettendo in guardia tutti gli utenti del social network.

Il motivo? Comprometterebbero la privacy fino al punto di violarla.

In sintesi, infatti, i poliziotti belgi sostengono che le icone non solo aiutano a esprimere le emozioni circa un contenuto ma (soprattutto) permettono a Facebook di valutare l’efficacia degli annunci che scorrono sul feed degli aggiornamenti, rendendo così l’algoritmo ancora più efficiente ed efficace.

In pratica, Facebook, analizzando le reazioni, non solo visualizzerà i contenuti che meglio crede possano suscitare la curiosità degli utenti ma anche il momento in cui mostrarli: è chiaro, ad esempio, che siamo più ricettivi se il nostro umore è buono, no?

La domanda è: quanto temuto dalla polizia belga è davvero una cosa negativa?

O non è, invece, positivo che Facebook mostri ciò che potenzialmente può interessarci, escludendo quello che già intuisce non significativo per noi?

Dite la vostra!

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