News e social media: una ricerca sul giornalismo digitale
Il Journalism project del Pew Research Center ha effettuato una ricerca sul rapporto tra le notizie e i social media in base a dati raccolti nel 2013 e nei primi mesi del 2014. Notizie fresche fresche, quindi, in materia di giornalismo digitale e social.
Cosa possiamo concludere dai dati raccolti?
Le notizie vengono diffuse sui social network, ma non su tutti
Sebbene la condivisione di una news su una piattaforma social sia una pratica sempre più diffusa, non tutti i social media vengono utilizzati a questo scopo. La metà degli utenti di Facebook e Twitter ricevono notizie nel proprio feed, ma ciò non accade agli utenti di Instagram o Pinterest. Questo perché anche all’interno del macrosistema social media bisogna effettuare una distinzione tra social più adatti a diffondere una notizia o meno.
Vince su tutti, come prevedibile, Facebook: ad oggi, un americano su tre legge delle notizie mentre è connesso al social.
Leggere notizie su Facebook è spesso un’esperienza accidentale
Il 78% degli utenti legge notizie su Facebook, ma non vuol dire che questo sia il motivo per cui si iscrivono o si connettono alla piattaforma.
Solo il 34% di fruitori di notizie è fan di una testata giornalistica o di singolo giornalista, il che suggerisce che le notizie vengono lette perché condivise dagli amici, i quali le hanno condivise da altri amici e così via.
L’intrattenimento è l’argomento che va per la maggiore sui social network, seguito da eventi e sport. Ma su Facebook si parla anche di cose più serie, come scienza e business.
L’engagement svolge un ruolo determinante
Se la diffusione di una notizia sui social media dipende soprattutto dalla condivisione e quindi dal suo potenziale virale, è importante determinare cos’è che rende un link più condivisibile rispetto ad altri.
Gli elementi che possono determinare una maggiore viralità sono foto e video, oggi sempre più diffusi grazie ai device mobile.
E Twitter?
Sul social network che cinguetta, ciò che conta è il presente, anzi il real-time. E’ qui che gruppi di persone che assistono o vogliono informarsi su un determinato evento si radunano per commentare es esprimere la propria opinione, spesso controcorrente, e la marchiano con un hashtag.
Secondo la ricerca, nei giorni successivi alla sparatoria a Newton nel 2012, quasi i due terzi delle dichiarazioni su Twitter chiedevano misure di controllo delle armi più rigorose, mentre l’opinione pubblica era schierata più equamente.
Inoltre, l’opinione espressa su Twitter riguardo un problema o un evento può cambiare nel tempo più facilmente.
Social che usi, pubblico che trovi
Il pubblico cambia in base alla piattaforma: se su Facebook è più facile raggiungere audience femminile, su LinkedIn e su YouTube sarà più facile rivolgersi agli uomini. Gli utenti di Twitter sono senza dubbio più giovani rispetto a quelli di LinkedIn o Google+.
E’ una questione di loyalty
Sarà vero che Facebook & Co portano sui siti di notizie un elevato flusso di visitatori, ma si tratta di visitatori distratti e che difficilmente torneranno su quel sito spontaneamente. Chi, invece, raggiunge un sito in maniera diretta sarà più portato a ritornarci.
Cosa pensate delle conclusioni? Come può il giornalismo digitale trarre a suo vantaggio l’esperienza della notizia sui social network?